Vari studi scientifici riportano che l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, ha avuto conseguenze psicosociali negative sulla popolazione. La causa è da imputare principalmente all’ansia che questa situazione ha generato davanti alla diffusa percezione di incertezza e di pericolo per la salute, alimentata dalla diffusione di informazioni tramite i media talvolta inesatte, talvolta erroneamente interpretate.
Gli effetti negativi che l’ansia diffusa ha generato sono diventati ancora più significativi in presenza di misure di isolamento e quarantena. Seppure queste misure abbiano un’importanza fondamentale nel rallentare la diffusione del virus, è ormai chiaro che hanno un costo molto alto per la salute della popolazione. L’essere costretti a rimanere in casa rappresenta un profondo cambiamento nella routine e nelle relazioni. Inoltre, le persone che si trovano in isolamento poiché hanno effettivamente contratto il virus, devono affrontare nello stesso momento sia il disagio psicologico provocato dalla solitudine e dall’incertezza, sia i sintomi fisici del virus che possono essere molto debilitanti.
Dall’inizio della pandemia da COVID-19 sono stati condotti diversi studi in varie nazioni per indagare la salute mentale della popolazione in seguito alle restrizioni. Uno studio condotto sulla popolazione italiana durante i primi mesi di pandemia, in seguito al primo lockdown, riporta un impatto significativo sulla salute mentale.
Studi recenti hanno evidenziato come la quantità di tempo passata in isolamento ha un impatto sull’indice di salute mentale: più giorni di quarantena sono infatti correlati ad un maggiore stress percepito. Inoltre, anche i sintomi da stress post-traumatico sono maggiori negli individui che sono stati sottoposti a più di 10 giorni di isolamento rispetto a chi è stato isolato per meno di 10 giorni. È stato notato come le persone che risentono maggiormente degli effetti negativi dell’isolamento sono coloro che già soffrivano di disturbi psicologici o problemi fisici prima di entrare in isolamento. Agiscono invece da fattori protettivi il fatto di vivere con familiari o coinquilini e l’essere soddisfatti della propria vita
La solitudine scatena una risposta di allarme nel nostro corpo: questo significa che durante l’isolamento il nostro organismo si attiva come si attiverebbe in una situazione di pericolo. La riposta di allarme dell’organismo, se prolungata, ha però un effetto negativo sul funzionamento del sistema immunitario; questo rende le persone in isolamento più vulnerabili a infezioni e malattie.
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