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9 Ottobre 2020E’ tua abitudine procrastinare?
Hai deciso di inserire una nuova abitudine nella tua vita, ad esempio bere 8 bicchieri d’acqua al giorno, camminare mezz’ora o concederti 20 minuti per meditare ogni mattina. Sai di averne bisogno e sai che ti aiuterà a stare meglio, qualunque cosa sia, per il corpo o per la mente, sei determinato ad intraprenderla. Le buone intenzioni ci sono quindi raccogli tutte le informazioni che ti servono e sei pronto a partire eppure qualcosa ti blocca. Un motivo e poi l’altro ti spingono a procrastinare e finisce che la tua buona intenzione non viene mai finalizzata e rimane l’ennesimo desiderio in attesa di essere esaudito.
Un esperimento sulla procrastinazione
Questa descrizione ti suona familiare? Allora è il momento tu legga i consigli che Latam e Locke, due psicologi americani, hanno racchiuso nella loro celebre teoria “Goal Setting”. Gli studiosi sono paratiti da un esperimento: chiesero a due gruppi di persone di assumere delle vitamine per quattrodici giorni. Ad un primo gruppo veniva spiegato il compito e veniva specificato loro di scegliere e quindi di scrivere come, dove e quando avrebbero preso le vitamine. All’altro gruppo invece venivano date le vitamine e gli veniva solo detto “assumile per due settimane”. Trascorsi i quattrodici giorni i partecipanti compilarono un report in cui indicavano quanto spesso effettivamente avevano assunto le vitamine. In media emerse che i partecipanti del primo gruppo avevano preso le vitamine con maggiore costanza e regolarità, mentre quelli del secondo gruppo erano stati più negligenti dimenticando spesso di assumerle.
La definizione degli obiettivi
Ciò che fa la differenza nell’agire o procrastinare una decisone è la qualità nella definizione dell’obiettivo.
Gli obiettivi specifici, ovvero quelli di cui scegliamo come, quando e dove verranno realizzati sono quelli che con più probabilità verranno implementati. Questo sistema si rivela utile non solo per favorire lo stabilirsi di nuove abitudini, ma anche per smettere di rimandare i tuoi impegni. Ad esempio lo puoi utilizzare nel caso ti fossi ripromesso di riordinare gli armadi di casa o di chiamare una persona che non senti da tempo. Le ragioni per cui tendiamo a procrastinare possono essere di diverso tipo: riteniamo spiacevole il lavoro che dovremmo eseguire, ci sentiamo sopraffatti o stanchi, o ancora abbiamo paura di non essere all’altezza e temiamo di fallire. Il guaio è che la maggior parte di noi spesso finisce di trovarsi a vivere nel caos per aver rimandato un lavoretto che impiega pochi minuti.
Ecco dunque alcuni consigli utili per smettere di procrastinare e finalizzare davvero le tue intenzioni:
Fai una lista scritta di tutti i desideri, attività, doveri o lavori che hai in sospeso. Se qualche obiettivo è particolarmente complesso da raggiungere prova a trascrivere dei sotto-obiettivi che ti permettano di avvicinarti gradualmente alla meta. Ora ciascuno dei punti che hai scritto esplicitalo come indicato al punto n°2.
Prendi un foglio o un calendario, scegli e scrivi il “QUANDO”: sii preciso indica l’ora e il giorno in cui ti impegnerai nell’attività scelta. Dopo di che indica ciò che ti può servire e cosa dovrai fare (COME) e in fine DOVE ti dovrai trovare per portare a termine l’attività in cui hai deciso di impegnarti.
Se si tratta di un lavoro noioso o un’attività faticosa non focalizzarti su come ti sentirai nell’eseguirla ma pensa piuttosto alla soddisfazione e gratificazione che ne trarrai una volta terminata. Sostituisci la frase “odio dover fare…” con “quando avrò finito mi sentirò soddisfatto per aver…”
Stabilisci una ricompensa con cui gratificarti a lavoro terminato. Scegli qualcosa commisurato all’entità del lavoro/attività: può essere uno snack o un’ora della tua serie tv preferita. Se però hai difficoltà a trovare qualcosa da stabilire come premio allora puoi provare a privarti di qualcosa che sei solito avere o concederti. Ad esempio sul lavoro potresti rimandare la pausa caffè fino a quando non hai portato a termine una certa incombenza.
Lettura consigliata per approfondire l’argomento: Rita Emmett, L’arte di non rinviare – Corbaccio
Questo post è stato scritto e pubblicato dalla redazione di PsicoCare