Una delle emozioni più comuni e diffuse che vengono sollecitate in questo periodo di emergenza legata al Coronavirus è quella della paura. La paura viene generalmente associata a sensazioni spiacevoli e pertanto vissuta con negatività, ma proviamo a guardarla da un altro punto di vista, quello evoluzionistico.
Infatti fin dai tempi preistorici, generazione dopo generazione, la paura è servita all’uomo per proteggerlo dai pericoli e permettergli di evitarli il più possibile.
Quindi la paura è un’emozione forte ma utile perché ci fa adottare comportamenti di autoprotezione, per noi e per la comunità.
Ciò che sta accadendo in questo periodo di forti sollecitazioni emotive è che le autorità sanitarie e la mole enorme che circolano in rete rischiamo di farci passare da un livello di attivazione minino, e dunque funzionale, ad un eccesso di allerta, che rischia di indurci a comportamenti disfunzionali.
L’emozione della paura è utile solo se è proporzionata al pericolo di subìre un danno, ma in una situazione in cui il nemico è invisibile e si hanno poche linee guida certe da seguire, la paura può diventare eccessiva rispetto al rischio reale, trasformandosi in panico e creandoci reazioni da stress.
Intrusività, ovvero immagini involontarie e ricorrenti, che riguardano l’evento traumatico, i cosiddetti “flashback”, che possono presentarsi o come episodi sporadici o più intensi. Ad esempio: avere sempre in mente il pensiero di poter aver contagiato un mio caro.
Evitamento, ovvero il tentativo vano di evitare pensieri o sentimenti che sono connessi al trauma; l’impossibilità ad avvicinarci a ciò che rimanda all’evento senza provare sensazioni disturbanti. Ad esempio: sminuire la portata del fenomeno per evitare di entrare in contatto con l’emozione della paura.
Iperarousal, ovvero un aumento dell’attivazione fisiologica (difficoltà ad addormentarsi, a concentrarsi, essere costantemente in allerta). Ad esempio: tachicardia quando si ascoltano notizie legate al Coronavirus in tv.
Umore depresso, inteso come il coltivare pensieri negativi e persistenti, in aggiunta ad aspettative negative su di sé o sul mondo; provare un forte senso di abbandono. Ad esempio: “là fuori il mondo è pieno di pericoli” o “non sarò mai al sicuro”.
Nei momenti difficili della propria vita, tutte le persone sono capaci di sviluppare strategie per ridurre lo stress, e vale la pena chiedersi quali strategie, che in passato ci sono state utili in situazioni critiche, posso essere funzionali per aiutarci ad affrontare anche questa emergenza.
Ecco alcune strategie utili a ridurre lo stress:
La Terapia EMDR può risultare un valido aiuto per fornirti un supporto emotivo adatto a ridurre paura ed ansia eccessive, anche in relazione all’emergenza Coronavirus. Questo servizio può essere svolto anche da casa collegandosi in audio o videochiamata con il terapeuta.
Per maggiori informazioni visita la pagina dedicata : Terapia EMDR
Questo post è stato scritto dalla Dott.ssa Federica Foti e pubblicato dalla redazione di PsicoCare