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12 Marzo 2021Lo psicologo nel dolore cronico. Quando il dolore diventa malattia
Una volta, con un sorriso sereno, qualcuno mi disse:
…non voglio che mi portino via il mio dolore, è l’unica cosa che non mi ha mai abbandonato…il dolore ti piega il corpo, è la sofferenza che ti piega la vita.
Questa frase mi ha aperto gli occhi, dentro queste poche parole è riassunto tutto ciò che serve sapere per non farsi schiacciare da una delle condizioni più debilitanti e diffuse che esistano. Secondo l’Istat, in Italia, una persona su cinque soffre di dolore cronico, questo fa ben capire la portata di ciò di cui stiamo parlando. Facciamo un passo indietro: cos’è il dolore cronico? Con questo termine si intendono generalmente tre tipi di condizioni del dolore:
- persistente oltre la guarigione della malattia;
- associato a processi patologici cronici;
- che si manifesta o persiste in assenza di cause organiche identificabili;
Ruolo dello psicologo nel dolore cronico: cambiare percezione e vissuto della sofferenza
La psicologia, la psicoterapia e la psicofisiologia, agendo sulle strutture del sistema nervoso centrale coinvolte nell’esperienza dolorosa, hanno studiato e formalizzato interventi allo scopo di cambiare l’intensità della percezione e il vissuto di sofferenza. Tali tecniche, si presentano ad oggi, come valido supporto alle terapie farmacologiche e fisiche. È esperienza comune sentire maggiormente il dolore sotto stress piuttosto di quando si è rilassati. Sulla base di questa semplice evidenza, è possibile apprendere tecniche di rilassamento emotivo e fisico che ostacolano la percezione del dolore. La psicofisiologia, mediante tecniche come il biofeedback, può insegnare a controllare il corpo in modo non solo da rilassarlo, ma anche di cambiare il vissuto relativo: è possibile passare da “vittima” del proprio male, ad “attore attivo”, che sa gestire qualcosa che suo mal grado è parte di sé.
Percezione e vissuto emotivo
Riprendiamo ora una parte della frase iniziale “il dolore ti piega il corpo, è la sofferenza che ti piega la vita”. Ogni percezione è anche un’emozione, cioè un vissuto, e questo significa, che al variare dell’una, varia anche l’altra. Il vissuto emotivo, che solitamente si connette alla percezione dolorifica, è la “sofferenza”. E’ questo, che veramente debilita e ingigantisce il dolore percepito. La frase iniziale, ci suggerisce, che è possibile vivere il proprio dolore con un vissuto diverso, è possibile “vedere” il dolore oltre ciò che la sofferenza mostra. Un percorso di psicoterapia può intervenire direttamente sul vissuto emotivo e quindi sulla “visione” del dolore cronico. L’esperienza dolorifica, non essendo sempre uguale, va compresa nelle sue sfaccettature esistenziali. Il dolore, è un modo intimo di parlare del corpo, che necessita di essere compreso. In altri termini, esso si esprime all’interno di un’esperienza di vita, e un intervento mirato sulle sfaccettature esistenziali in cui il dolore si acuisce o si attenua, permette di cambiarne il vissuto relativo. La psicoterapia, è la strada per uscire dal circolo vizioso auto-amplificante tra dolore fisico e sofferenza emotiva, facilitando il naturale “riaprirsi” alla vita. Lo psicologo è la figura di riferimento per attuare questo processo di gestione del dolore.
Il Centro PsicoCare offre un team di professionisti specializzati in interventi di sostegno psicologico per alleviare la percezione del dolore cronico. Visita la pagina Chi Siamo con la descrizione dei profili del nostro team.
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