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29 Giugno 2022Ti è mai capitato di aver sentito un’amica, o amico, che in lacrime ti racconta di come si sia avventurata/o nell’ennesima storia d’amore intricata e di aver realizzato di essersi innamorata/o ancora una volta “della persona sbagliata”?
In questi paragrafi cerchiamo di capire meglio cosa guida la scelta del partner e come mai in alcuni casi si hanno più difficoltà a trovare un punto di incontro.
Il concetto di giusto e di sbagliato
Sfatiamo innanzitutto l'idea che sia possibile innamorarsi sempre della presona sbagliata.
Ogni essere umano è il risultato di un intricato intreccio di caratteristiche. Non essendoci un modello standard di come i tratti di personalità dovrebbero configurarsi nessun uomo o donna possono essere definiti sbagliati a priori. Possiamo invece dire che all’interno di una relazione le caratteristiche del partner possono essere più o meno adatte alle nostre, e che è il modo in cui ci relazioniamo con l’altro/a a poter causare il fallimento della relazione.
L’unica situazione in cui ci possiamo concedere di definire un rapporto “sbagliato” è quello in cui si innescano dinamiche di violenza, fisica o verbale, e prevaricazione.
Il legame con i genitori come concetto del legame di coppia
Secondo la Teoria dell’Attaccamento molte persone ricercano un compagno, o una compagna, con delle caratteristiche che per somiglianza o differenza rimandano a dinamiche vissute nella famiglia d’origine.
Non solo ricerchiamo inconsapevolmente alcuni tratti della personalità tipici delle figure che ci hanno cresciuto, ma cerchiamo anche di riprodurre rapporti simili a quelli con cui ci siamo confrontati. Potremmo quindi dire che dalle nostre relazioni infantili ereditiamo un particolare “modo di amare”.
Ad esempio, se una persona non crede di essere degna di essere amata o non ha fiducia negli altri tenderà a circondarsi di persone che confermino questa sua credenza, facilmente cercherà un partner poco disponibile a manifestargli amore e apprezzamento.
In questo senso l'idea ricorrente che capiti di innamorarsi sempre delle persona sbagliata deve essere sostituita dall'idea che ognuno di noi insegue sempre lo stesso modello affettivo.
I tipi di attaccamento
Possiamo ricondurre i nostri modelli mentali dell’amore a queste principali tipologie di attaccamento:
SICURO. Un adulto che da bambino ha ricevuto dalla figura di attaccamento cure sensibili e responsive alle sue manifestazioni di paura o bisogno, forma una rappresentazione dell’altro come qualcuno di cui fidarsi e di conseguenza vede sé stesso come degno di amore e conforto.
EVITANTE. L’atteggiamento evitante/distanziante è tipico di chi da bambino ha vissuto un rifiuto sistematico alle sue richieste di attenzione e supporto. È il caso di bambini cresciuti con genitori negligenti o, viceversa, eccessivamente incoraggianti “a fare da soli”, ad essere autonomi e a comportarsi “da grandi”. Da adulti questi bambini sviluppano l’idea di non essere degni d’amore, e pensano che la realtà esterna sia un luogo ostile da cui non aspettarsi conforto o aiuto.
AMBIVALENTE. In questa categoria rientrano coloro che hanno esperito un modello d’amore imprevedibile. A tratti la figura di riferimento si è mostrata presente ed affettuosa a tratti assente e incostante, il bambino dunque non poteva prevedere chiaramente come l’adulto avrebbe reagito alle sue richieste di aiuto. Conseguentemente la realtà esterna sarà percepita come pericolosa e inattendibile e si avrà un’immagine di sé come di una persona vulnerabile.
Attaccamento e relazioni
Persone con un modello d’amore “sicuro” sanno di poter contare su se stesse e sugli altri. Due partner che si sentono degni di ricevere amore hanno un rapporto che funziona perché, a seconda della circostanza, sanno sia dare che chiedere affetto, supporto ed aiuto.
Le problematicità si innescano invece quando un insicuro ed un ambivalente si incontrano. È un incastro molto frequente e ricorrente. L’evitante, tende a non lasciarsi coinvolgere emotivamente e a chiudersi in se stesso, viceversa l’ansioso ha bisogno di continue conferme e rassicurazioni perché percepisce la realtà esterna come altamente imprevedibile. In questa relazione quindi l'evitante fugge e l'ansioso lo rincorre.
Da questo esempio dovrebbe esservi ora più chiaro che, partendo dal presupposto che ciascuno ha le proprie fragilità, non necessariamente il nostro/a compagno/a ha qualcosa di sbagliato in sé ma la difficoltà può nascere anche dal non riuscire a creare un giusto incastro tra le sue richieste di amore, conforto, rassicurazione e la nostra disponibilità a rispondervi.
Da questo esempio dovrebbe esservi ora più chiaro che, partendo dal presupposto che ciascuno ha le proprie fragilità, non necessariamente il nostro/a compagno/a ha qualcosa di sbagliato in sé ma la difficoltà può nascere anche dal non riuscire a creare un giusto incastro tra le sue richieste di amore, conforto, rassicurazione e la nostra disponibilità a rispondervi.
Un test interessante
Provate a rispondere alle domande che seguono e poi confrontate le vostre risposte con quelle del vostro/a compagno/a. Questo esercizio vi aiuterà a chiarire a voi stessi e all’altro quali sono i vostri bisogni ma anche quali sono le vostre possibilità di dare affetto e sicurezza all’interno della relazione.
- Condividere gesti o sentimenti intimi con il partner è facile per te?
Quando ti senti teso, frustrato o arrabbiato preferisci avere del tempo per sfogare la rabbia da solo o preferiresti parlarne con qualcuno?
Trovi facile o difficile fare affidamento sul partner?
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