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Il termine “coming out” (letteralmente: uscire fuori) definisce la comunicazione di informazioni private riguardanti caratteristiche non osservabili della persona, ad esempio idee politiche, religiose o nel caso delle persone LGBTQIA+, l’orientamento sessuale. Parte dall’idea che una persona, nascondendo il proprio orientamento sessuale, si trova in un figurativo “closet” (stanzino), da cui esce nel momento in cui decide di condividere la sua identità con le persone a lei vicine (Montano & Rubbino, 2021).
È una forma di auto-apertura che per le persone LGBTQIA+ solitamente avviene tra i 16 e i 20 anni; l’età media del coming-out sta però diminuendo con il passare degli anni, grazie alla riduzione dello stigma associato a questa comunità (Clarke, Ellis, Peel & Riggs, 2010).
Va notato come Il coming-out sia un processo culturale, prodotto dall’eterosessismo, ovvero l’assunzione secondo la quale si dà per scontato che tutte le persone attorno a noi siano eterosessuali.
Il coming-out come percorso di consapevolezza
È importante comprendere che il coming-out è un’esperienza importante che va al di là della semplice rivelazione dei propri gusti sessuali. Per maturare la decisione di condividere la propria identità con una o più persone, infatti, l’individuo deve passare sia dalla consapevolezza di essere omosessuale/bisessuale/asessuale.., ma anche dall’accettazione di questa sua identità. Innanzitutto quindi la persona deve “uscire allo scoperto” con sé stessa, mettendo in discussione la sua identità in una società etero normativa, dove il modello predominante di coppia è quello uomo-donna, e arrivare a una ridefinizione di sé stesso come gay, lesbica, bisessuale.. etc.
Nel compiere questo percorso la persona sta quindi riconsiderando la sua identità personale per raggiungere un’autenticità in primis con sé stesso, e poi con chi lo circonda.
L’orientamento sessuale inoltre racchiude in sé varie dimensioni:one
L’orientamento sessuale inoltre racchiude in sé varie dimensioni:
- La dimensione relazionale
- I bisogni personali di amore, attaccamento e intimità
- Il ruolo sociale della persona
Per questo motivo il coming-out non è solamente una tappa, ma un processo di sviluppo identitario: la persona non sta semplicemente comunicando il suo orientamento ma sta compiendo un’apertura pubblica riguardo alla propria identità (Haltom & Ratcliff, 2021).
Le difficoltà del coming-out
Rivelare la propria identità può essere percorso pieno di ostacoli. In generale il coming-out è un processo stressante poiché si tratta di conversazione intima in cui si discutono temi delicati per la persona.
Questo processo non è sempre lineare: la persona può essere dentro e fuori lo “stanzino” più volte. Inoltre l’identità sessuale stessa è fluida e può cambiare nel corso della vita: ci possono essere quindi momenti di riconsiderazione, sperimentazione e incertezza.
Spesso inoltre c’è un conflitto tra il vissuto omosessuale/bisessuale della persona e i messaggi omofobici della società in cui vive. Inoltre, le reazioni delle persone a cui si decide di confidare la propria identità hanno un notevole impatto sull'individuo. Influenzano i suoi livelli di autostima e il suo procedere nel percorso di accettazione. Se la persona si trova davanti a reazioni omofobiche, per esempio, possono riattivarsi in lei vissuti di dolore e emarginazione.
Alcuni fattori però possono facilitare questo processo. Le ricerche in merito evidenziano per esempio che l’aver ricevuto un’istruzione universitaria e non vivere più nella casa parentale rendono più probabile che la persona decida di fare coming out (Haltom & Ratcliff, 2021).
Perché fare coming-out?
Nonostante le difficoltà, ci sono vari motivi per cui fare coming-out può aiutare la persona su vari livelli (Li & Samp, 2019):
- per favorire le relazioni interpersonali: tenere segreta la propria identità vuol dire dover nascondere o omettere vari dettagli della propria vita, usando tempo e risorse per non essere “scoperti”. Aprirsi invece, porta ad acquisire coerenza e autenticità, vivendo più serenamente le proprie relazioni;
- per favorire la propria salute psicofisica: il coming-out può avere un effetto terapeutico per la persona, che viene sollevata dallo stress intrinseco nel nascondere la propria identità e dà la possibilità di costruire una rete di supporto sociale basata sull’onestà riguardo alla propria identità;
- per cambiare l’atteggiamento sociale: l’auto apertura può contrastare l’omofobia sociale, producendo consapevolezza e aiutando coloro che condividono lo stesso stigma.
La psicoterapia come supporto del coming-out
E’ normale sentirsi sopraffatti o bloccati nell’intraprendere questo percorso. Per questo motivo, il supporto di uno psicoterapeuta può alleggerire il peso del coming-out e aiutarti ad affrontare gli ostacoli con più serenità. Il Centro PsicoCare offre supporto psicologico alle persone LGBTQ+.
I terapeuti del Centro possono infatti aiutarti a:
- scegliere le persone con cui fare coming-out;
- scegliere il momento più adatto per il coming out in base al tuo percorso individuale;
- prepararti per gestire eventuali reazioni negative;
- fornirti informazioni in modo che possa tu possa dare risposte consapevoli alle domande che il coming out può generare;
- gestire lo stress, e le relative somatizzazioni, che questo percorso può causare;
- comprendere che i problemi che sperimenti derivano dalle reazioni del contesto omofobico, e non dall’orientamento sessuale in sé.
Al centro PsicoCare troverai psicologi e psicoterapeuti specializzati nel supporto delle persone LGBTQIA+ che sapranno accompagnarti nel tuo percorso di auto-scoperta. Visita la pagina del nostro team.
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